La mimosa, o Acacia dealbata, è una pianta che può presentarsi come albero o arbusto e può essere coltivata sia in vaso che in terra: è la pianta con cui si celebra la giornata internazionale della donna dal 1917.
Caratteristiche generali della mimosa
La mimosa è una pianta originaria della Tasmania, Australia, importata in Europa nel 1800 in quanto pianta ornamentale, che oggi prospera quasi spontanea nelle aree a clima mite. La sua fioritura, che può durare anche diverse settimane, ha inizio con le prime giornate più lunghe e non troppo fredde, tra metà febbraio e l’inizio di marzo, preannunciando, con i suoi colori e i suoi profumi, l’arrivo della primavera.
L’acacia dealbata è un albero sempreverde appartenente alla famiglia delle Mimosaceae, caratterizzata da una ricca fioritura di colore giallo acceso e dal profumo intenso. I fiori di mimosa sono, in realtà, delle infiorescenze dalla forma arrotondata che riuniscono fiori molto piccoli, morbidi e delicati. Ulteriore peculiarità sono le foglie bipennate di colore verde argenteo, che si compongono da pinnule a loro volta composte da circa 20-30 paia di foglioline morbide che si richiudono durante la notte, in giorni freddi o durante i temporali.
La pianta di mimosa può raggiungere anche grandezze considerevoli: se lasciato al naturale forma una chioma che arriva ai 10/15 metri di altezza, nelle zone di origine, invece, gli alberi raggiungono un’altezza di 20 metri mentre, da noi, raggiungono un massimo di 5 metri.
Tipi di terreno – rinvaso della mimosa
L’acacia dealbata non sopravvive in terreni calcarei e non sopporta la siccità. Per la fioritura necessita di un terreno fertile, umido, tendenzialmente acido e che al contempo garantisca un buon drenaggio. Sono preferibili suoli leggeri e sabbiosi. La crescita della pianta mimosa, inoltre, è molto rapida, raggiungendo anche i 60 cm l’anno.
Nei primi anni è importante che l’irrigazione sia assidua, con particolare riguardo nel periodo estivo. Questo perché, la mimosa, cresce preferibilmente in aree con un clima temperato mentre, possono causarne la morte climi rigidi e sotto lo zero. In caso di aree più fredde è possibile piantare varietà più resistenti, come la Mimosa Acacia Dealbata ‘Rustica’.
Per la messa a dimora, è consigliabile il periodo che va da ottobre a marzo.
Il rinvaso invece, va effettuato circa ogni due anni. Si consiglia, in questo caso, l’uso di vasi dal diametro non troppo ampio per garantire una crescita proporzionata tra l’apparato aereo e quello radicale. Sul fondo, occorre creare uno strato drenante con dell’argilla espansa e, a seguire, un substrato composto da terriccio generico e torba.
Le radici della mimosa tendono ad occupare un’area molto ampia: in quest’ottica, a seconda dell’uso che si vuole fare della pianta, è opportuno monitorarle nel caso si avvicinassero troppo a un edificio.
Come concimare la mimosa
In caso di piante poste in piena terra, ogni fine inverno è necessario usare del concime organico maturo o lo stallatico pellettato, zappando leggermente il substrato.
In caso di coltivazione in vaso, invece, è consigliabile l’uso di fertilizzante liquido, da diluire nell’acqua di irrigazione in quantità variabili a seconda del terriccio, da usare ogni 12-15 giorni da marzo a ottobre.
Come potare la mimosa
Sebbene la mimosa cresca molto velocemente, non necessita di potature se non per contenerne le dimensioni, poiché i rami spesso si allungano troppo. La potatura va effettuata subito dopo la fioritura e, per questo, l’usanza del mazzo di mimose in occorrenza della Festa della Donna non è da considerarsi dannosa. Al contrario, è considerata una sorta di potatura.
Avversità e partassiti della mimosa
I parassiti più frequenti sono le cocciniglie e le metcalfe: nel primo caso, è possibile intervenire con olio bianco attivato da insetticidi possibilmente
sistemici mentre, le seconde, si prevengono attraverso esposizioni ben soleggiate e irrigando spesso la chioma.
Altrettanto comune, soprattutto per le piante non innestate o piantate in terreni dal pH neutro, è la clorosi fogliare. Per prevenire questa fisiopatia occorre distribuire abbondanti dosi di solfato e ferro ogni 10 giorni dalla fine dell’inverno. Generalmente, sono sufficienti due o tre somministrazioni.
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